Addio Suor Elvira, la madre dei ragazzi “difficili”. La lettera del Vescovo

 

Addio Suor Elvira, la madre dei ragazzi "difficili". La lettera del Vescovo

Addio Suor Elvira, la madre dei ragazzi “difficili”. La lettera del Vescovo

Viviana Daloiso

Giovedì 3 agosto 2023

È il sorriso contagioso di madre Elvira la prima cosa che viene in mente in queste ore di commozione e di lutto sulla collina di Saluzzo e in mezzo mondo, dove la “sua” Comunità Cenacolo, nata nel luglio del 1983 dentro a una villa diroccata, ha messo radici accogliendo gli ultimi della terra. Ai ragazzi, che amava più di ogni altra cosa, lei sorrideva sempre e ripeteva di rialzarsi, di risorgere, di non lasciarsi stritolare dalla droga, dalle dipendenze, dalla disperazione. Anche negli ultimi anni, quando la malattia le aveva impedito di correre a destra e sinistra e di ballare, «perché la vita è gioia», perché anche «quando diranno: “Elvira è morta!” voi dovete cantare, ballare, fare festa – ripeteva – perché io sono viva! Guai se dite: “poverina”… No, niente “poverina”! Io vado ben tranquilla e felice, e canto, canto già! Davanti a me si spalancherà qualcosa di grandioso… la vita non muore!». Rita Agnese Petrozzi, questo il suo nome di battesimo, alla morte è andata incontro stamattina presto, a 86 anni, assistita dalle suore della Comunità Cenacolo, nella piccola casa a Bramafarina, proprio tra Saluzzo e Pagno, nel Cuneese, dove risiedeva da alcuni anni, in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Pubblichiamo la lettera che abbiamo ricevuto dal vescovo di Saluzzo, monsignor Cristiano Bodo.

Quando salì sulla collina “San Lorenzo” di Saluzzo, suor Elvira aveva già fatto, da tempo, la scelta del Vangelo. In cuore suo ardeva un fuoco; nulla di nitido aveva in mente; bruciava soltanto del desiderio di abbracciare il mondo, il mondo dei poveri, degli ultimi, dei derelitti, degli scartati, di coloro che sciupavano la vita perché non ne trovavano il senso. Su quella collina è divampato un incendio; da quella collina si è propagato nel mondo. Dalla fragilità di una donna abitata dal Vangelo è sgorgata una sorgente di Misericordia; dalla fede semplice di una “povera” è nata una comunità di credenti nella risurrezione; dalla preghiera ostinata di chi non si è mai arreso alle difficoltà è venuta la provvidenza!

Coraggiosa e serena, prudente e intelligente, convinta che la Verità nulla deve temere, di se stessa suor Elvira aveva una percezione reale; conosceva bene la sua fragilità e questa, paradossalmente, è stata la sua forza, lo spazio della Grazia e dell’Amore che salva. E dell’Amore Madre Elvira si è fidata: ciecamente; all’Amore ha consegnato se stessa: totalmente; l’Amore, quello fatto di gesti concreti e non di belle parole, ha raggiunto il mondo contagiandolo di bene. Di Madre Elvira si può dire che è stata paziente e generosa, non ha fatto valere le sue doti, non ha mai agito per orgoglio, ha rispettato tutti; ha dimenticato i torti. Coloro che l’hanno incontrata hanno sperimentato concretamente la Carità. La Bontà di Dio era in lei; l’Amore di Dio era in lei; la Misericordia di Dio era in lei.

Plasmata dallo Spirito, si è offerta al Padre, in unione con Cristo, per condividerne l’obbedienza, l’umiltà, la fortezza. Con l’aiuto della Grazia ha intessuto un’autentica vita di fede, speranza, carità; ha irrorato le sue giornate di lavoro, di preghiera, di accoglienza, portando a compimento ciò per cui il Signore l’aveva creata. Rinnovata di giorno in giorno dalla sua stessa offerta e rivestita di bellezza, ora l’accoglie il Paradiso, dove contempla per sempre Colui che qui in terra ha amato e servito.

La comunità del Cenacolo è l’eredità che Madre Elvira ci lascia; è un miracolo che vive, di cui ella stessa si è sempre stupita. Vive la comunità: tra lo stupore di molti ancora increduli, tra la gratitudine di tanti toccati dalla Grazia, tra la gioia vera di chi si sente salvato. La comunità del Cenacolo è un miracolo che vive; è un dono da custodire, da conservare, da trafficare! Benedetta sia questa chiesa povera, questa chiesa di peccatori salvati, lavati dal perdono e dalla misericordia. Benedetta sia questa chiesa dalla fede adamantina e della provvidenza. Benedetta sia questa chiesa che suda e lavora, che prega in ginocchio e canta. Benedetta sia questa chiesa della tenerezza, che non giudica, ma accoglie. Benedetta sia questa chiesa di bambini e di famiglie, di laici e di consacrati, di apostoli e di missionari. Benedetta sia questa Chiesa!

Cara Madre Elvira, non vogliamo celebrare te, ma il fuoco che ti ha consumata. Intercedi ora per la comunità del Cenacolo, per la Chiesa intera, per questa diocesi, per me.

+ Cristiano Bodo, Vescovo di Saluzzo

Chi era e cosa ha fatto madre Elvira

Nata a Sora, in provincia di Frosinone, nel1937, «figlia di gente povera» come si definiva lei stessa, emigrata ad Alessandria, a 19 anni entrò in convento a Borgaro Torinese, tra le suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, dove diventò suor Elvira. La svolta in quel luglio del 1983, quando ricevette le chiavi di quella villa abbandonata e andò a viverci con quattro o cinque ragazzi raccolti dalle strade del paese, dove avevano perso ogni speranza e dignità. È lì, col lavoro e l’aiuto prima della comunità locale, poi delle famiglie degli stessi ragazzi, che è nata la Comunità Cenacolo, un luogo che oggi accoglie in tutto il mondo, in 70 comunità, gli ultimi: tossicodipendenti, disagiati, dimenticati.

Lei, madre Elvira, non si è mai tirata indietro. Ha incontrato Papi, cardinali, impressionandoli con la sua umanità e il fuoco che aveva negli occhi: «La preghiera è un dono di Dio – diceva -. È un regalo. Ho voluto che anche i giovani che accoglievo potessero non solo sentire parlare di Dio, ma vedere la sua paternità concreta». Già durante i giorni della Festa della Vita tenutasi sulla collina di Saluzzo dal 13 al 16 luglio scorsi, migliaia di persone tra cui giovani, genitori e amici appartenenti alla “grande famiglia” della Comunità, giunti da tutto il mondo per festeggiare il quarantesimo anniversario del Cenacolo, si sono strette attorno a lei in intensa preghiera e con profondo affetto per ringraziarla e accompagnarla nel passaggio alla vita eterna. Terminata la Festa un fiume di persone – giovani delle fraternità e missioni sparse nel mondo, “figli” della Comunità, amici, genitori – è giunto presso la Casa di formazione per darle l’ultimo saluto, per una carezza, una preghiera, un bacio, un grazie. «L’attesa della sua nascita al Cielo si è dilatata oltre ogni previsione umana riempiendosi di preghiera e di affetto, donando commozione e gratitudine al cuore di tutti coloro che l’hanno potuta salutare e ringraziare, primi fra tutti i ragazzi e le ragazze accolti nelle diverse fraternità» ricorda la nota diramata dalla stessa comunità.

La camera ardente sarà allestita presso la Casa di formazione delle Suore Missionarie della Risurrezione in via Pagno 115 a Saluzzo, luogo dove Madre Elvira ha vissuto gli ultimi anni della sua vita terrena. Sarà possibile la visita alla salma a partire da domani, venerdì 4 agosto, negli orari dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18.30, fino alla data del funerale, che sarà comunicata appena possibile. Ogni sera a partire da domani, venerdì 4 agosto, alle ore 20.30, verrà recitato un santo rosario, aperto a tutti, sulla collina di San Lorenzo a Saluzzo, nel luogo dove è nata la Comunità Cenacolo.

Fonte web:

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